Il tramonto che annega dentro l’infinito mare
Mi porta sopra le onde e mi porta a pensare.
Cosa cela l’orizzonte ai miei occhi mortali?
Che cos’ha nascosto Dio agli uomini banali?
Il cielo vuoto di stelle non mi lascia orientarmi
E naufraga la barca: pace non riesco a darmi.
Perso nel blu infinito senza più speranza alcuna
Cerco una soluzione, trovandone solo una:
Soluzione di rinuncia… Mente sprecata a pensarla.
Neuroni ingarbugliati vollero alla luce darla.
L’idea di rinunciare di per sé non è idea:
Un’idea non distrugge, un’idea bensì crea.
Un’idea nella testa che fermenta e che scalcia,
Che mi fa rimuginare: ogni altro pensiero falcia.
“Idea arrampicatrice, che la speranza oscura,
Non avrò di te riguardo! Non avrò di te paura!
Estirparti le radici, farti sfiorire i fiori,
Come fa il contadino con giardini di colori,
È quello che dovrei fare: annegarti nell’immenso
Blu disteso ai quattro venti sotto un azzurro denso.
Sei come un buco nero che mi succhia l’energia,
Come un’infinita piovra che per chissà che magia
Mi abbraccia forte tanto da fermarmi il respiro;
Mi costringe assai lontano da tutto ciò che aspiro.
Sparisci dalla mia mente, svanisci in questo istante!”
Grido forte, ma l’idea rimane sempre costante.
Ormai radicata dentro me da quasi cinque anni:
È difficile pulire quando hai sporchi i panni.
Guarda l’eroe infermo che piange sulle ferite
Inflittegli dal destino, da destino travestite.
Un destino che l’eroe a malincuore accetta
E perseverante cerca una lacrima perfetta:
Una lacrima che tarda a lasciarsi lacrimare,
Una lacrima portante l’idea di rinunciare.
Una lacrima d’inchiostro sulla pagina caduta:
Un punto immobile, fermo, sulla carta imbevuta.
Un nuovo inizio inizia per l’eroe moribondo
Quando decide di alzarsi dopo aver toccato il fondo.
Perché perdi se non lotti, in principio in ogni caso;
Perdi se non spicchi il volo come il gallo mai evaso.
Mi ritrovo ancora immerso, perso nel blu infinito;
Alzando gli occhi vedo un piccolo carro scolpito.
L’eroe mi ha insegnato a guardare per vedere:
Le stelle restano buie a chi manca di volere.
La scia del desiderio seguo, salgo sopra il carro;
Apri le orecchie bene, perché è vero ciò che narro:
Non mi ha portato ancora dove io avrei voluto,
Però mi ha dato coraggio e l’udito di un muto.
Sembra facile mollare, sembra l’unica uscita.
Ma sarà così per sempre? Sarà sempre una salita
Questa vita senza gioie o soddisfazioni alcune?
L’alcol mi svuota la testa, la riempie di lacune
Che il giorno dopo ancora, gremite di pensieri,
Si vogliono risvuotare, coprirsi gli occhi neri.
Divampa il fuoco nel cuore e la mente non ragiona,
Non vede che essa stessa è colei che l’imprigiona.
Non vede che chi è schiavo muore dentro lentamente,
Non capisce che il pazzo non è poi così demente.
Guarda l’eroe in forze, forte, senza più ferite
Che sbilancia l’Universo con volontà appassite.
Ero perso: son trovato, ma non so chi ringraziare.
Cerco un pezzetto d’ombra per sedermi e pensare:
Che qualunque cosa Dio abbia nelle sue menti,
Guarderò il mondo freddo sciogliersi tra i pentimenti.
February 2016