La mia testa vola via, non riesco ad ascoltarti,
Ho altri pensieri in mente di cui mi libererei
Volentieri, ma non posso e vorrei soltanto amarti:
Siamo tutti negri, gialli, siamo tutti quanti ebrei.
E prescindendo la razza, l’uomo comunqu’è infame:
C’è chi è grasso e si mangia persino la sua essenza,
C’è chi ha scavi nelle guance e ha perennemente fame,
C’è chi poi avendo troppo, di sé perde la coscienza.
C’è chi avendo troppo poco, crolla svenuto per terra
E con occhi famelici perde etica e morale.
Per vivere ancora un poco, un filo sottile afferra,
Accontentandosi tristemente d’un esistenza corale.
E pendendo nel vuoto della sopravvivenza
Siamo tutti animali, ci sbraniamo gli uni gli altri,
Non comprendiamo il senso della nostra esistenza,
Ci crediamo tutti grandi, ci crediamo tutti scaltri.
Benestante o affamato, l’uomo è sempre condannato,
E facendo grandi cose, comunque resta mortale,
Costruendo vasti imperi, il mondo ha conquistato,
Pesando meno di nulla nella Bilancia Universale.
November 2012