Nella disturbata mente,
Che è afflitta da intemperie,
Domina un solo pensiero
Sul resto delle macerie.
Grave pesa la coscienza
Sul filo a cui è aggrappata,
Ma la mente del malato
L’ignora, essa è distratta.
La percezione sbiadisce
E l’eco si fa più intenso:
Finisce a parlar da solo.
Pensiero, specchio, immenso.
L’ego del malato trova
Rifugio nel fango nero.
Buono, fertile terreno
Pel finto sapere vero.
Si mischiano le nozioni:
Vortice di malattie.
Lucidità offuscata
Da se stesso e dalle arpie.
Che lo sono tutte quante,
Tranne quella al suo fianco,
Ma lui non vuole capirlo:
È malato ed è stanco.
Ha bisogno d’attenzioni
Incondizionatamente,
Per questo vive da solo
Dentro quella sua mente.
Menzognero il paziente
Che desidera il morbo.
L ‘idea gl’infiltra piano
Nel cervello sordo e orbo:
L’idea della pazzia
Non sfiora il malato,
Ch’è convinto di esser giusto,
Nel dolore radicato.
Non sa di essere malato,
Non nel corpo, nella testa;
Non sa che sta rovinando
A tutti quanti la festa.
Si nasconde dietro carte,
E lacrime, e bugie.
Schiaccia quotidianamente
Le passioni mie e tue.
June 2015