Il più grande piacere

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A volte non si distingue nemmeno la differenza
Tra dolcezza e affetto, e vibrante veemenza.
Si nuota nel profondo mare della nostra vita
Fino a quando si annega nell’acqua imputridita.

 

Che banale esistenza: ci si squarta, ci si cuce,
Ricercando di costante un qualche raggio di luce.
Raggio, tardi ad arrivare… Per favore, non tardare!
Impavidi continuiamo a cucirci e a squarciare.

 

Ogni minuto che tardi qualcuno viene ucciso.
Ogni minuto che tardi si rattrista un altro viso.
Ogni minuto che tardi ti s’ingrassa la coscienza:
Crescerà a dismisura fomentando la violenza

 

Che nel mondo si riversa mascherata da giustizia,
Giustificando la gola, l’invidia e l’avarizia
Di chi pecca nei confronti di chi ha davvero fame,
Ma questo poco importa, l’uomo comunqu’è infame

 

Nei confronti degli altri, nei confronti di sé stesso,
Nei confronti della madre che al mondo lo ha messo.
E a volte addirittura il soffrire ci piace,
Che sia noi, che siano altri, basta che sia verace.

 

È la condizione umana d’oscillare in eterno
Tra il gioire e il patire: l’anima ci fa da perno.
Ci frustiamo la schiena e ci sanguina la pelle,
Continuando all’infinito al chiarore delle stelle.

January 2014

 

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