Pane

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È passato un pugno d’anni eppure
L’angustia mi afferra ancora la gola
Per le speranze vane passate e future
Che di vita mi sono state scuola

Torrenti di lacrime ho asciugato
A me e a chi a fianco mi è stato

 

Perché il cielo mi era crollato in testa
A tratti la persi a tratti la trovai
Di quegli anni un sapore amaro resta
E un freddo nelle ossa che non esce mai

L’infinita attesa che il sole sorgesse
Senza che nulla mai accadesse

 

Era il nostro pane quotidiano
Che con avidità consumavamo
Che si esauriva troppo piano
Con fronte aggrottata ricordiamo

Il tempo mi fu nemico non scorreva
Il suo lento passare mi erodeva

 

Fino a che fu aperto uno speco
Di cui ancora non vedo la fine
E quando grido non si sente l’eco
E dentro ci sono solo rovine

Che sempre temo di rivisitare
Male potrebbero ancora fare

 

L’infelicità che le ha scolpite
Si tramutò in qualcosa di diverso
Al mio cuore parole ha cucite
E dalla polvere il dottore è emerso.

February 2018

 

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