Oh, quanto illuminata è la beata ignoranza!
Che abbonda un grande riso nella bocca degli stolti,
Che nutre tutti gl’animi d’una fittizia speranza,
Che non penetra la testa di quegli bastardi colti.
Stagna l’ignoranza in quelle persone aride e stolte,
Le rallegra tutte quante e non hanno più pensieri.
L’ignoranza è la cura delle angosce più folte
Che disturbano i sogni di quei sognatori veri.
Sognare e angosciarsi, son complementari strazi,
Son complementari noie e complementari voglie
D’uomini tanto ignoranti quanto ingordi e sazi:
Nessuno d’essi il frutto della conoscenza coglie.
E parlare con i morti fa sentire superiore,
Ma parlare con i vivi fa sentire ignorante;
Parlare con i morenti fa vedere più colore,
Con l’ardore della vita che sbiadisce all’istante.
Questa gioia d’ignorare ci rende tutti umani,
I beati ignoranti non hanno capelli bianchi,
I beati ignoranti hanno sol pensieri vani
E perciò sono felici, riuniti tutti in branchi.
2013